Metodi di preghiera

Seminare l'Eternità nel tempo

Siamo accompagnati da amici esperti

Ogni cristiano, più o meno consapevolmente, ha usato un metodo di preghiera. Alcuni santi ne hanno scritto diventando guide autorevoli ai diversi cammini, altri li hanno solo vissuti e li vediamo all’opera in ciò che fanno. È importante, infatti, ricordare che i percorsi di preghiera nascono sempre dall’esperienza di qualcuno che pregava non da qualche strana teoria.

Quando leggiamo il diario o sentiamo il racconto di qualcuno che è stato in un luogo lontano o ha vissuto una esperienza che anche noi vorremmo vedere o provare, sappiamo che la nostra esperienza non sarà la stessa, i nostri passi seguiranno anche altri sentieri, ma ci è di enorme aiuto ascoltare la testimonianza di chi ci ha preceduto. Ci mette in guardia dai pericoli e ci anticipa le emozioni delle cose belle, ci evita di partire da capo e consente di andare un poco più avanti. Così chi ha sviluppato i metodi di preghiera ha cercato di raccontare quali sono gli atteggiamenti del cuore, i pensieri, le parole, le posizioni del corpo, gli ambienti che hanno favorito per lui un reale incontro con Dio.

I metodi sono utili mentre impariamo e nei giorni faticosi

I metodi di preghiera servono ad imparare, a muovere i primi passi accompagnati da amici sicuri, ma vanno usati quando servono. Anzitutto perché ci sono giorni nei quali la preghiera è facile, spontanea, gustosa e non ha senso tentare di stare dentro uno schema. In secondo luogo i metodi servono ad introdurre al linguaggio della preghiera e devono essere abbandonati quando si trova il proprio linguaggio, il percorso che aiuta di più.

Siccome però i giorni di preghiera facile non abbondano e le distrazioni ci impediscono spesso di costruire nostri percorsi, i metodi sono il porto sicuro cui tornare quando il mare è infuriato o l’oasi nel deserto. Fare la fatica di impararli è di grande aiuto per il cammino spirituale.

Esiste una differenza importante tra tecnica e metodo.

Con tecnica intendiamo un procedimento che fatto in quella sequenza, con quegli strumenti specifici, realizza sempre quel determinato risultato.

Metodo è qualcosa che ti consegna gli strumenti fondamentali, ti suggerisce modi diversi per realizzare qualcosa e non ti assicura quel risultato, ma resta aperto a mille varianti date dal contesto, dai soggetti, dall’imprevisto. Il metodo fornisce le competenze di base con le quali affrontare situazioni diverse, con strumenti diversi e adeguati a rispondere a quanto accade.

Usando una tecnica tutti ottengono il medesimo risultato, accogliendo un metodo ciascuno crea cose diverse, seppur con un orientamento comune.

Nella preghiera ancor di più. Non posso decidere prima cosa succederà, ma solo porre le condizioni perché possa succedere qualcosa. Un metodo di preghiera ha la funzione di aprire la vita all’incontro con Dio e quando questo accade è Dio che guida la partita. Nel dialogo, qualche volta anche nella lotta, tra Dio e l’orante nasce sempre qualcosa di nuovo e imprevisto. La preghiera non è una tecnica perché vive di libertà e gratuità: non si entra esigendo qualcosa da Lui, non lo si strumentalizza per arrivare a obiettivi che noi abbiamo preventivamente deciso. Anche quando si tratta di obiettivi santi. Nella preghiera si è sempre discepoli che seguono il maestro, non che lo precedono e guidano.

Di seguito suggerisco alcuni metodi di preghiera. Ovvio che non esistono solo questi, ma, come ormai dovresti aver capito, sono quelli che ho utilizzato e conosciuto in diversi momenti della vita o in particolari esperienze.

Non te ne darò una spiegazione dettagliata, ma te ne fornirò solo uno schema, perché, come vedrai, gli elementi base sono sempre i medesimi. Cambiano tempi, ordine, modalità concrete. A che servono allora? Beh! Se abbiamo acqua, farina, zucchero e sale possiamo cucinare moltissime ricette diverse. Con la stessa base e pochi altri ingredienti possiamo passare dal dolce al salato, da una torta di mirtilli a una carbonara, ecc. Ora, non vorrei mancare di rispetto alla preghiera paragonandola a una pastasciutta, ma credo tu abbia capito l'idea di fondo. Con le tappe abbiamo sperimentato una serie di dimensioni della preghiera. Ora che le hai vissute puoi seguire il tuo cuore e ripensare il tuo percorso di preghiera in modo che diventi il tuo percorso.

Abbiamo seguito il metodo di San Pietro d'Alcantara. Ora ti riporterò lo schema sintetico, ma di fatto lo conosci già bene. Se ti sei trovato a tuo agio, pur nella fatica intrinseca del pregare, continua ad utilizzarlo, ma se ritieni di poter o dover sperimentare anche altri percorsi, di seguito troverai qualche suggerimento.