Leggere

Anteprima sintetica della sezione

Leggere: Aprirsi all'ascolto della Parola di Dio

  1. Importanza dell'ascolto

    • La preghiera è principalmente un esercizio di ascolto

    • L'ascolto della Parola di Dio è il punto di partenza per ogni dialogo

  2. Approccio alla lettura

    • Non preoccuparti se non hai una formazione specifica

    • Concentrati sull'esperienza narrata nel testo

    • Identifica i soggetti e le loro azioni, sentimenti e intenzioni

  3. Strumenti utili

    • Note a piè di pagina nelle Bibbie

    • Riferimenti a brani paralleli

    • Testi di esegesi

  4. Consigli pratici

    • Evita di concentrarti solo sulle "idee" astratte del testo

    • Immergiti nel racconto, usando l'immaginazione

    • Ricorda: comprendere il testo è già una forma di preghiera

  5. Collegamento con la vita

    • L'ascolto nella preghiera deve influenzare il comportamento quotidiano

    • Ascoltare Dio e ascoltare gli altri sono strettamente collegati

  6. Esercizi per migliorare l'ascolto

    • Sviluppa l'empatia

    • Riduci le distrazioni

    • Fai domande aperte

    • Pratica l'ascolto attivo

    • Sii paziente

    • Rifletti sulle tue interazioni

    • Cerca connessioni tra l'ascolto di Dio e degli altri

La lettura della Parola non è solo un esercizio intellettuale, ma un'apertura del cuore all'incontro con Dio. Prenditi il tempo necessario per immergerti nel testo e lascia che parli alla tua vita.

Aprirsi all’ascolto della Parola di Dio

Imparare a pregare non significa imparare parole da dire a Dio. La preghiera è anzitutto esercizio di ascolto. Questo atteggiamento del cuore non vale solo per questo passaggio del Metodo: ogni singolo passaggio serve ad aprirsi all’ascolto, apre lo spazio per l’opera di Dio in noi, ci toglie dalla posizione di protagonisti e mette Lui al centro.

L’atto di ascoltare/leggere è il punto di partenza necessario per ogni dialogo.

Ovvio, quindi, che la preghiera abbia sempre come riferimento l’ascolto della Parola di Dio.

Immagino che alcuni di voi si stiano agitando perché sembra troppo difficile accostare la Parola senza avere una formazione che permetta di capirla. Quando siamo stati a qualche Lectio in parrocchia ci siamo trovati a fare i conti con studiosi che sciorinavano parole ebraiche e greche con la stessa facilità e frequenza con la quale gli avventori di un bar sport bestemmiano guardando una partita.

Non preoccupatevi. La Parola può essere ascoltata in molti modi. Vediamone alcuni abbordabili da tutti a diversi livelli, ma che ciascuno può utilizzare in base al proprio cammino.

Suggerirei, però, anche a chi ha già familiarità con tali metodi di soffermarsi comunque sul primo passaggio che ritengo spesso disatteso, saltato a piè pari per andare subito alle “idee” del testo, astraendo dal racconto per tirar fuori il messaggio. È come se ci bastasse leggere “la morale della favola” senza più abbandonarci alla fantasia del racconto. Triste.

Purtroppo questa strana attitudine impedisce di cogliere la profondità della narrazione biblica. Vi faccio un esempio. Potremmo rendere il senso del salmo 42 (41) dicendo che ogni essere umano cerca Dio con tutte le forze, pur nella fatica della ricerca. Bello, ma astratto. Volete mettere il racconto del salmo? Possiamo ascoltare il gemito notturno della cerva che anela ai corsi d’acqua. Sentiamo i rumori del bosco, i suoi profumi e quel diverso sentore dell’aria che si percepisce avvicinandosi a un corso d’acqua. Il rumore degli zoccoli sul terreno, il respiro affannoso di quello splendido animale che lascia ogni cautela attirato dal bisogno dell’acqua, ma trova il fiume in secca e urla nella notte l’assenza di ciò che cerca. Come non sentirsi coinvolti? Come non sentire che il desiderio di Dio che alberga in noi è profondo e lacerante quanto quella sete animale?

Ritrovare questo gusto di stare nel racconto ci permette di leggere i racconti biblici anche senza avere grandi competenze esegetiche.

NB: se sei in difficoltà a orientarti perché non hai nessuna familiarità su come si consulti o citi un testo biblico puoi andare a questo link.

Come la cerva anela

ai corsi d'acqua,

così l'anima mia anela

a te, o Dio.

L'anima mia ha sete di Dio,

del Dio vivente:

quando verrò e vedrò

il volto di Dio?

Le lacrime sono il mio pane

giorno e notte,

mentre mi dicono sempre:

"Dov'è il tuo Dio?".

Il biblista Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, ha suggerito un modo per entrare nel testo anche se non si hanno studi specifici. Sono indicazioni date a chi si trova in gruppo ad ascoltare la Parola, ma dicono un aspetto fondamentale per accoglierla anche nella lettura personale.

“Il punto cruciale ritengo sia questo: occorre entrare attraverso la lettura nell’esperienza che il testo biblico racconta; occorre concentrarsi sull’esperienza di cui il testo parla. Le pagine della Scrittura ci trasmettono sempre un vissuto. Anche quando il genere letterario non è specificamente narrativo (non dimentichiamo tuttavia che buona parte della Bibbia e soprattutto i Vangeli lo sono), c’è sempre nel testo un’esperienza di vita che viene consegnata al lettore. I Salmi, le parole dei profeti, i proverbi, le Lettere di san Paolo hanno sempre un concreto rimando al vissuto. Leggere il testo e comprenderlo significa “rivivere un’esperienza” che è stata visitata dalla rivelazione di Dio, sentirne tutta la verità e la forza di salvezza. Senza mai dimenticare un aspetto importante: siamo davanti alla Parola di Dio e quindi il soggetto fondamentale di quanto raccontato sarà sempre lui, il suo mistero di bene, cui è legato il senso di tutto ciò che siamo e che facciamo.

Al fine di condividere l’esperienza di vita che il testo biblico racconta, penso sia molto utile identificare con chiarezza i soggetti di cui si parla e fissare l’attenzione sui verbi che li riguardano. Ci interessa ciò che accade loro e ciò che essi provano: le loro azioni ma anche i loro sentimenti, le loro intenzioni, i loro desideri, i loro pensieri. Anche le domande che il testo suscita andranno tenute in alta considerazione. Andrà invece bandita ogni ansia di spiegazione. Quest’ultima potrà intervenire a chiarire alcuni particolari del testo, ma non avrà l’ultima parola. È vero che le pagine della Scrittura hanno un loro contesto storico diverso dal nostro; è vero che hanno bisogno a volte di chiarimenti per non fraintenderle, ma tutto questo non deve scoraggiare la lettura. Se l’attenzione è ben indirizzata verso l’esperienza descritta e ci si dispone onestamente ad accoglierne il senso profondo, sarà difficile sbagliare strada. Qualora alcuni elementi non risultassero del tutto chiari, si avrà l’umiltà di lasciarli in sospeso e di chiedere poi aiuto per l’interpretazione. La familiarità con la Scrittura, che si svilupperà nel tempo, permetterà di capire sempre meglio ciò che al momento risulta oscuro”

Concentrarsi sulla esperienza narrata

Chi fa cosa e perché? Cosa prova e cerca?

Qualche nota pratica

Se ti accorgi di avere bisogno di qualche informazione in più per capire il testo non dimenticarti che oggi abbiamo a disposizione molte possibilità. Anche queste da usare al bisogno e a partire dalla nostra personalità, storia, studi, momento della vita, ecc.

La maggior parte delle Bibbie fornisce note a fondo pagina (ad esempio la "Bibbia di Gerusalemme") che possono aiutarti a comprendere alcuni passaggi più complicati o a focalizzare un aspetto particolare. Non aspettarti grandi spiegazioni, ma possono essere utili a capire una parola o un riferimento.

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IMPORTANTE: la spiegazione non deve diventare più rilevante del testo! Può essere utile, ma è il testo biblico che gode della possibilità di aprirci alla Parola, non i commenti degli studiosi.

L'esegesi è fondamentale per capire la lettera del testo e le intenzioni dell’autore sacro. È un grande dono che ci aiuta ad ascoltare realmente, senza interpretazioni soggettive che fanno spesso dire al testo ciò che neanche si sogna. La nostra intelligenza viene così immediatamente coinvolta nella logica della conoscenza.

Questo ascolto intellettuale è già preghiera, ma non la esaurisce. Aver letto un testo che mi spiega la Parola è il primo passo. Fermarsi ad esso è una pessima idea perché trasforma la preghiera in un mero pensare. Se invece resta nella dinamica orante, allora diviene momento di vero ascolto nel dialogo dell’amore. Non ho pregato perché ho capito il significato di una parola, andando al suo significato in greco o in ebraico, ma perché ho incontrato Colui di cui quella Parola narra o che in essa parla.

L'amico san Pietro d'Alcantara commentava sensatamente:

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In ogni Bibbia ci sono dei riferimenti ai brani paralleli o ad altri testi biblici che trattano il medesimo argomento o sono utili per chiarire il retroterra culturale e religioso di un episodio. Per molti è di aiuto, perché è assodato che "la Bibbia si commenta con la Bibbia". I brani a cui si è rimandati avranno a loro volta delle note e altri testi di confronto. Il rischio è, ovviamente, di trasformare la lettura in un infinito labirinto, ma, se si fa con oculatezza, soprattutto quando si comincia ad impratichirsi con la lettura, questo metodo può essere molto utile.

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Esistono moltissimi testi di esegesi a disposizione di chiunque nelle librerie cattoliche o acquistabili online. Molti sono maggiormente fruibili da chi ha qualche spolverata di studi classici, dato il continuo riferimento ai testi originali che sono scritti in greco. Però ci sono tanti testi divulgativi che accompagnano il lettore dentro il testo anche se non ha studi specifici alle spalle. Il consiglio è di entrare in una libreria, chiedere consiglio, sfogliare con calma e leggere qualche passo del testo per capire se ci può aiutare.

Bisogna "sforzarsi di evitare l'eccessiva concentrazione dell'intelletto e dedicarsi ad esso più con lo slancio e la tensione della volontà che coi discorsi e le elucubrazioni dell'intelletto.

Senza dubbio, infatti, falliscono l'intento coloro che si pongono a meditare i misteri divini nella preghiera come se li studiassero per predicare, il che significa più dissipare lo spirito che raccoglierlo e andare più fuori che dentro di sé. Così si verifica che, terminata la preghiera, restano aridi, senza il frutto della devozione, superficiali e disponibili a qualsiasi banalità come erano prima. Difatti, in realtà, essi non hanno pregato, bensì parlato e studiato, il che è cosa ben diversa dalla preghiera.

Costoro dovrebbero considerare che in questo esercizio noi giungiamo più ad ascoltare che a parlare. E per ben riuscire dunque a ciò, bisogna giungervi col cuore di una vecchietta umile e ignorante e più con la volontà disposta e preparata ad intendere e ad amare le cose di Dio che con l'intelletto aguzzato e intento a sviscerarle, poiché questo atteggiamento è proprio di coloro che studiano per sapere e non di coloro che pregano e pensano a Dio per piangere".

Preghiera e vita

L'ascolto è un'abilità fondamentale che va oltre il momento della preghiera. Ciò che impariamo durante il tempo dedicato alla Parola di Dio dovrebbe influenzare il nostro comportamento in ogni aspetto della vita.

Se limitiamo l'ascolto solo alla preghiera, rischiamo due conseguenze negative:

  1. Potremmo trovarci bloccati nella preghiera, con l'impressione che Dio non ci ascolti, non dica e non faccia nulla, quando forse il problema è nostro: abbiamo scelto di non ascoltare i fratelli e le sorelle, ma questo chiude i nostri orecchi anche alla voce del Padre.

  2. Potremmo illuderci di avere una vita di preghiera soddisfacente, piena di intuizioni interessanti, di emozioni e sentimenti, di scelte che cominciano a formarsi, ma in realtà sta accadendo solo nella nostra testa, stiamo costruendo una illusione, un miraggio edificato sui nostri desideri. Solo che Dio non c'è: ci stiamo solo guardando in uno specchio che falsa in meglio la nostra immagine.

È importante capire che l'ascolto di Dio e l'ascolto degli altri sono strettamente collegati. Se scegliamo di non prestare attenzione alle persone che incontriamo nella nostra vita quotidiana, in realtà non stiamo nemmeno ascoltando veramente Dio. Questo perché ogni essere umano è creato a immagine di Dio, e ignorarlo significa ignorare un aspetto della presenza divina nel mondo.

In sostanza, coltivare l'abilità di ascoltare in tutti gli ambiti della vita è essenziale per una vera crescita spirituale e per una relazione autentica sia con Dio che con il prossimo.

Ecco alcuni suggerimenti per migliorare la pratica dell'ascolto:

  1. Sviluppa l'empatia: Sforzati di comprendere le prospettive e i sentimenti degli altri.

  2. Riduci le distrazioni: Quando parli con qualcuno, metti da parte il telefono e altri elementi di distrazione.

  3. Fai domande aperte: Incoraggia gli altri a esprimersi più approfonditamente.

  4. Pratica l'ascolto attivo: Ripeti o riassumi ciò che hai sentito per assicurarti di aver compreso correttamente.

  5. Sii paziente: Lascia che gli altri finiscano di parlare senza interromperli.

  6. Rifletti sulle tue interazioni: Alla fine della giornata, pensa a come hai ascoltato gli altri e come potresti migliorare.

  7. Cerca connessioni: Prova a vedere come l'ascolto degli altri ti aiuta a comprendere meglio Dio e viceversa.

L'ascolto è una pratica che richiede tempo e pazienza per essere sviluppata. L'importante è essere costanti e aperti al miglioramento continuo.

Per approfondire: qualche spunto per riflettere sull'importanza della lettura

La lettura è un mondo interessantissimo e pieno di implicazioni per la nostra crescita umana. Ovviamente non possiamo equiparare esattamente la lettura biblica con quella di un testo di narrativa. Molte sono le peculiarità della Scrittura, ma c'è un sostrato umano che permette di vivere anche nell'approccio dei testi sacri alcune delle virtuose dinamiche presenti in ogni atto di lettura.

Mi è molto piaciuta a tal proposito la lettera che Papa Francesco ha scritto nell'estate 2024 sul ruolo della letteratura nella formazione. Vi accorgerete che il modo di leggere cambia anche il passaggio successivo del nostro percorso: meditare è atto che può essere vissuto intellettualmente o immaginativamente, lo vedremo al prossimo capitolo, e il modo di approcciare il testo già indirizza quel passaggio.