La richiesta in San Pietro d'Alcantara

In primo luogo, chiediamo con slancio di carità, preoccupati della gloria di nostro Signore che tutte le genti del mondo lo conoscano, lo lodino e lo adorino come il loro unico, vero Dio e Signore, profferendo dall'intimo del nostro cuore quella parola del profeta: Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti (Sal 66, 4).

Preghiamo inoltre per i capi della Chiesa, Papi, Cardinali, Vescovi con tutti gli altri sacerdoti e prelati inferiori, perché il Signore li accenda e li illumini così che sappiano portare tutti gli uomini alla conoscenza e all'obbedienza del loro creatore. Dobbiamo anche pregare (come consiglia san Paolo) per i re e per tutti coloro che posseggono qualche autorità, perché possiamo noi, grazie alla loro tutela, vivere una vita tranquilla e serena. Poiché ciò è gradito agli occhi di Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini si salvino e pervengano alla conoscenza della verità.

Preghiamo anche per tutti i membri del Corpo Mistico, per i giusti affinché il Signore li conservi, per i peccatori affinché li converta, per i defunti affinché misericordiosamente li tragga da tanti patimenti e li porti alla pace della vita eterna.

Preghiamo anche per tutti i poveri, gl'infermi, i carcerati, i prigionieri... Che Dio, per i meriti di suo figlio, li aiuti e li liberi dal male.

Dopo avere chiesto per il nostro prossimo, chiediamo per noi; ciò che dovremo chiedere lo mostrerà a ciascuno la sua necessità, se saprà riconoscerla. Tuttavia, per facilitare questo insegnamento, ecco le grazie che possiamo chiedere.

In primo luogo, chiediamo, per i meriti e le sofferenze di nostro Signore, perdono di tutti i nostri peccati e la forza di correggerli; specialmente chiediamo aiuto contro tutte le passioni e i vizi a cui siamo più inclini e da cui siamo più tentati, scoprendo le nostre piaghe al medico celeste perché le risani e le curi col balsamo della sua grazia.

In secondo luogo, chiediamo le altissime e nobilissime virtù in cui consiste la somma di ogni cristiana perfezione, che sono fede, speranza, carità, timor di Dio, umiltà, pazienza, obbedienza, forza per ogni tribolazione, semplicità di spirito, disprezzo del mondo, discrezione, purezza di intenzioni, con le altre virtù simili che sono in cima a questo edificio spirituale. La fede, infatti, è la radice prima di tutta la cristianità, la speranza è il sostegno e il rimedio contro le tentazioni di questa vita, la carità è il fine di ogni perfezione cristiana, il timor di Dio è il principio di ogni sapienza, l'umiltà è il fondamento di tutte le virtù, la pazienza è l'armatura contro i colpi e gli assalti del nemico. L'obbedienza è la graditissima offerta in cui l'uomo offre se stesso a Dio in sacrificio, la discrezione è gli occhi con cui l'anima vede e percorre tutte le sue strade, la forza è le braccia con cui compie tutte le sue opere, la purezza di intenzioni è quella che rimanda e indirizza tutte le nostre opere a Dio.

In terzo luogo, chiediamo le altre virtù che, oltre ad essere di per sé importanti, servono a custodire quelle più grandi, vale a dire la moderazione nel bere e nel mangiare, la moderazione della lingua, il controllo dei sensi, la misura e la compostezza esteriore, la dolcezza e il buon esempio nei riguardi del prossimo, il rigore e la severità nei riguardi di se stessi, con le altre analoghe virtù.

A questo punto Pietro sembra tornare indietro e riprende la preghiera di domanda per se stessi. Ormai, però, capisci tu stesso che la profondità e le motivazioni di questa domanda sono molto diverse dalla preghiera che connotava l'inizio del cammino. D'altra parte perché stupirci: il Padre nostro non è forse preghiera di domanda?

Dopo di ciò, termini con la richiesta dell'amor di Dio e in essa si trattenga, occupando la maggior parte del tempo nel chiedere al Signore questa virtù con profondi affetti e sentimenti (poiché in essa consiste tutto il nostro bene). Potrà dire così.

Speciale richiesta dell'amore di Dio

Al di sopra di tutte queste virtù, concedimi, Signore, la tua grazia affinché io ti ami con tutto il mio cuore, con tutto il mio animo, con tutte le mie forze con tutto il mio intimo, come tu comandi. O tu, che sei tutta la mia speranza, tutta la mia gloria, tutto il mio rifugio, tutta la mia gioia!

Prepara, Dio mio, un gradevole soggiorno per te in me. affinché, secondo la promessa della tua santa parola, tu venga a me e possa in me riposare.

Mortifica in me tutto ciò che non piace ai tuoi occhi e rendimi uomo secondo le intenzioni del tuo cuore. Colpisci, Signore, la più profonda intimità del mio cuore con le saette del tuo amore e ubriacala col vino della tua perfetta carità. Oh, quando questo accadrà? Quando mi brucerà del tutto la fiamma del tuo amore? Quando aprirai a questo povero mendicante e gli scoprirai il tuo bellissimo regno che sta dentro di me, che sei tu con tutte le tue ricchezze?

Esaudiscimi, Signore, non per i miei meriti, ma per la tua infinita bontà! Insegnami, illuminami, indirizzami, aiutami in tutte le circostanze perché niente sia fatto e sia detto se non ciò che è gradito ai tuoi occhi.

Se uno degli aspetti che più ti piacciono e più colpiscono il tuo cuore è che si abbia occhi per saperti guardare, dammi Signore gli occhi per guardarti, occhi semplici di colomba, occhi casti e timorosi, occhi umili e innamorati, occhi devoti e che sanno piangere, occhi attenti e discreti per comprendere e compiere la tua volontà, affinché, guardandoti io con essi, sia da te guardato con gli occhi con cui hai guardato Pietro, facendolo piangere per il suo peccato, gli occhi con cui hai guardato il figliol prodigo, quando gli andasti incontro per riceverlo col bacio di pace, gli occhi con cui hai guardato il pubblicano quando non osava alzare lo sguardo al cielo, gli occhi con cui hai guardato la Maddalena, quando con le sue lacrime ti lavava i piedi, gli occhi, infine, con cui hai guardato la sposa del Cantico dei Cantici quando le hai detto: "Sei bella, amica mia, sei bella! i tuoi occhi sono di colomba!". Perché, compiacendoti degli occhi e della bellezza dell'anima mia, tu le dia quegli ornamenti di virtù e grazia che possono sempre farla apparire bella.

O Padre onnipotente, per la grandezza del tuo infinito potere, riponi e conferma in te la mia memoria e riempila di santi e devoti pensieri! O Figlio santissimo, con la tua eterna sapienza, purifica il mio intelletto, adornato della conoscenza della somma verità e della mia estrema bassezza! O Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio, con la tua ineffabile bontà, trasferisci in me tutta la tua volontà, accendila di un fuoco d'amore così grande che nessun'acqua possa spegnerla!

O Maria, Maria, Maria, Vergine santissima, madre di Dio, regina del cielo, Signora del mondo, tabernacolo dello Spirito Santo, giglio di purezza, rosa di pazienza, paradiso di gioia, esempio di castità, modello di innocenza! Prega per questo povero, esule e viandante e spartisci con lui la sovrabbondanza della tua traboccante carità.

O voi beati santi e sante, o voi beati spiriti che tanto ardete dell'amore del vostro Creatore e soprattutto, voi Serafini, che infiammate del vostro amore il cielo e la terra, non abbandonate questo povero, miserabile cuore, ma purificatelo come le labbra di Isaia. di tutti i suoi peccati, fatelo ardere con la fiamma di questo vostro ardentissimo amore, perché ami solo il suo Signore, lui solo cerchi, in lui solo riposi e dimori per i secoli dei secoli. Amen.

N.B.: Il testo che leggeremo non è integrale ed ha subito alcune varianti nella forma, perché veramente datato nel linguaggio, retorico, "barocco". Come è giusto che sia per un uomo del ‘500 spagnolo, ma faticoso per la nostra sensibilità.

Dallo stile didattico, di indicazioni per come pregare, si passa ad un testo di preghiera già formulato che riprende tutti i temi già visti, dentro l’ottica dell’amore di Dio.

Il comandamento dell’amore si può realizzare solo lasciandosi amare. È per grazia che possiamo imparare ad amare. E il “tutto” che torna con insistenza esprime il bisogno dell’anima di dire SI senza riserve a Colui che si dona senza trattenere nulla per sé.